La Tradizione si rinnova
Cosa significa e cosa rappresenta questa ricorrenza per i fedeli? Era il 30 dicembre del 1826 quando don Placido Baccher, sacerdote nel Gesù Vecchio dal 1806 al 1851, fortemente devoto alla Madonna per averlo liberato dal carcere e da una condanna a morte al tempo della rivoluzione napoletana del 1799, vide concretizzato un suo desiderio: far incoronare solennemente dal Cardinale Luigi Ruffo Scilla la statua dell’Immacolata, con una celebrazione solenne, che vide coinvolta tutta Napoli, in segno di profonda e viva devozione. Nel giorno seguente all’incoronazione, mentre don Placido si recava all’altare per celebrare Messa, l’Immacolata gli apparve e gli disse:” Beati… particolarmente tutti quei sacerdoti che celebreranno al mio altare e beati i fedeli che vi faranno la Comunione nel sabato seguente la mia incoronazione”, il sabato dopo il 30 dicembre.
Per la sua vita esemplare, don Placido per Napoli ha sempre rappresentato una vera e propria istituzione; la Chiesa era frequentata da moltissimi aristocratici, popolani, borghesi, commercianti e spesso anche dalla corte, e le sue omelie erano come “vangeli” ed in molti lo consideravano quasi un santo. Si parlava sempre più frequentemente della sua Madonnina e delle grazie che riusciva ad ottenere dalla stessa. Vuoi per l’antica gratitudine, vuoi perché davvero meritorio, spesso Re Ferdinando II si recava con la Regina e con la corte nella basilica del Gesù Vecchio in visita al reverendo: l’incontro avveniva nel centro della Basilica, il re e don Placido si inchinavano reciprocamente incerti se dovesse prevalere la maestà o la santità. I rapporti con la casa reale erano tali che non di rado don Placido rimproverava anche i reali. Persino il pontefice Pio IX il 9 settembre 1849 si recò al Gesù Vecchio per venerare personalmente questa immagine nonché per conoscere don Placido e verificarne la santità.
Da allora, sono trascorsi quasi due secoli, e la tradizione del “Sabato Privilegiato” continua ancor oggi; sembra che il tempo si sia fermato, tutti accorrono numerosi, anzi numerosissimi, oggi come ieri, dall’alba al tramonto. È una giornata che la città non trascura, nell’ antica tradizione napoletana, una grande festa liturgica e di popolo: appuntamento a cui “non si può mancare”. Nel Sabato Privilegiato una processione che dura un giorno intero, che coinvolge tutte le vie limitrofe alla Basilica. Di generazione in generazione, un culto che viene tramandato e rispettato con fede e convinzione.
Una folla di fedeli come un fiume in piena, e la Chiesa con le porte di entrata spalancate per facilitarne l’ingresso. Una volta nella Basilica, tutti in silenziosa, raccolta, lenta processione verso la scala che porta davanti alla Madonna, in un procedere che più che un dovere è un vero bisogno di ognuno. La si guarda, La si prega, si invocano grazie e intercessione, ma anche per ringraziare per una malattia guarita, per un figlio nato, un matrimonio realizzato, un lavoro trovato, una pace fatta, in un elenco infinito di “fatti”, in ciò che più che una prehiera diventa un vero e proprio colloquio personale e intimo con la Madonna. Tutta Napoli, in un sol giorno, nella Chiesa del Gesù Vecchio,con lo sguardo rivolto verso l’alto, sopra l’altare maggiore, dove è racchiusa la scultura dell’Immacolata, appartenuta a don Placido. Commossi e partecipi, nella Fede e nella speranza. Arrivederci al 31 dicembre 2016, giorno del prossimo Sabato Privilegiato. Ebbene sì, questo 2016 potrà contare incredibilmente di due Sabati Privilegiati, di “due primi sabati dopo il 30”.
“O Maria Vergine Immacolata, ti salutiamo e ti invochiamo, con le parole dell’Angelo Piena di Grazia, il nome più bello con il quale Dio stesso ti ha chiamata fin dall’eternità colmandoti di divino amore fin dal primo istante della tua esistenza predestinandoti ad essere Madre del Redentore e Madre nostra. Gran Signora, tu sei Maria, il tuo nome è per tutti noi pegno di sicura speranza e alla sorgente del tuo Cuore Immacolato veniamo fiduciosi ad attingere fede e consolazione, gioia e amore, sicurezza e pace. Tutta bella sei, o Regina che dicesti a don Placido: “Ho protetto e proteggero’ Napoli”, mostrati madre tenera e premurosa verso gli abitanti di questa tua città in modo speciale per le famiglie, i giovani, i malati, i poveri, donaci sempre Cristo Gesù, il crocifisso risorto unica speranza del mondo e accoglici tutti nel tuo cuore di Madre”.
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